Giovanni Travagliato

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I Capitoli della Congregazione di Sant’Eligio di Palermo (1844) e un inedito disegno di Valerio Astorini

DOI: 10.7431/RIV03102011

Gli archivi, luoghi privilegiati di conservazione della memoria scritta, non cessano mai di riservare sorprese per chi li frequenta e li interroga con pazienza e costanza. Presso l’Archivio Storico Diocesano di Palermo (ASDPa), che custodisce una gran mole di documenti (diversissimi per natura e contenuto, consistenza e provenienza, supporto) dall’XI al XX secolo1, si è recentemente ritrovato, grazie ai lavori di smassatura e riordinamento condotti nel 2006-20072, l’importante atto, di seguito trascritto ed annotato a cura dello scrivente, che costituisce oggetto del presente articolo.

Verosimilmente, l’elegante fascicolo composto da 5 bifoli cuciti al centro e legati ancora alla coperta originale, con piatti in cartone lamellare, rivestita in pelle verde con stampigliature fitomorfe dorate (Fig. 1), confluì nell’ASDPa negli anni ’60 del secolo scorso con il versamento del fondo archivistico prodotto dalla Sezione n. 4 della Curia Arcivescovile, operante sotto il governo del Cardinale Ernesto Ruffini (1945-†1967), dedicata all’Apostolato dei laici3 – con particolare attenzione alle congregazioni laicali attive o estinte, soprattutto quelle cittadine4 -, cui bisogna riconoscere il merito del reperimento e della conservazione dei rispettivi archivi, preziosa ed imprescindibile fonte primaria anche per lo studio della committenza artistica da esse espressa nei secoli, principalmente a favore della loro sede sociale5.

L’importanza del ritrovamento, che aggiunge un altro tassello agli studi di Gioacchino Di Marzo, Maria Accascina, Maria Concetta Di Natale e Silvano Barraja sulla maestranza palermitana degli orafi e argentieri6, sta nel testimoniare il persistere – ufficialmente visto solo in chiave devozionale, come “confraternita di corporazione d’arte e mestiere” – del corporativismo tra i maestri artigiani residenti in città, ben dopo l’abolizione definitiva delle maestranze a seguito dei moti rivoluzionari del 1820 e la loro riduzione a confraternite soggette al Consiglio Generale degli Ospizî decretata nel 1822 dal potere borbonico7.

Talora confermando le consuetudini precedenti, talaltra abolendole o fortemente limitandole essenzialmente per motivi di ordine pubblico e di prevenzione di rivolte anti-governative, nei Capitoli ritrovati si stabiliscono, rispettivamente, Cariche obblighi e modo di elezione dei Superiori e degli Uffiziali, Pratiche religiose ed Obblighi dei Confrati (solo uomini, non più di 100 compresi i sacerdoti), a norma delle circolari borboniche del 1781 e 1783, nonché delle Istruzioni del 20 maggio 18208; seguono il decreto, emanato da Napoli il 14 febbraio 1844 a firma del re Ferdinando II9 (Fig. 2) ed il Ruolo dei confrati (Fig. 3) aggiornato ed annotato fino al 1866 a cura del Cancelliere Emmanuele Romeo e Motta.

All’interno del fascicolo, già incollato alla carta di guardia in apertura, si è fortunatamente conservato un disegno a inchiostro bruno acquerellato (verde, rosa, marrone, rosso cremisi), firmato in basso a sinistra “Valerio Astorini fec. 1767” (Fig. 4), raffigurante, entro una cornice rettangolare rossa ad ovuli, il vescovo Sant’Eligio (Fig. 5), universalmente riconosciuto come protettore della maestranza degli orafi e argentieri, rivestito degli abiti pontificali: camice stretto alla vita da cingolo con orli inferiore e delle maniche frastagliati a mo’ di merletti, stola dalle estremità incrociate all’altezza delle ginocchia, ampio piviale, mitra gemmata e baculo pastorale dal riccio baccellato, in una forma che segna il passaggio tra rocaille e Neoclassicismo, simile ad esemplari argentei contemporanei, come quello del Museo Diocesano di Mazara del Vallo, realizzato da argentiere palermitano del 1801 sotto il governo del vescovo Orazio della Torre10 (Fig. 6).

Grazie alla lettura speculare delle tracce di inchiostro bruno e rosso migrato dalla carta successiva (il frontespizio) del manoscritto nella sua configurazione originaria, si è poi potuti risalire alla sua pertinenza originaria ai “Capitoli della professione degli Orefici e Argentieri di questa Felice, e Fidelissima Città di Palermo”, manoscritto del 1763, oggi conservato presso la Biblioteca Comunale di Palermo ai segni 2Qq.F.19711 (Fig. 7), individuato da Maria Accascina, studiato da Silvano Barraja e trascritto da Francesco Luigi Oddo12; da esso i confrati dovettero staccarlo, inserendolo all’interno dei nuovi Capitoli, quando ancora entrambi i documenti erano conservati nella sede originaria.

Anche se è la prima opera di questo artista – che per la diffusione del cognome potrebbe essere stato palermitano o calabrese, se non addirittura romano per il nome -, fino ad oggi sconosciuto non solo ai più noti dizionari, repertori e lessici specialistici, ma anche alla letteratura artistica isolana, forse parente o solo omonimo del famoso Gerardo documentato attivo fino al 166513, vi si può cogliere una piena maturità e sicurezza sia nel tratto – anche tenendo conto della difficoltà del supporto (carta sottile vergata color ocra senza filigrana) -, sia nell’impostazione ‘tridimensionale’ della figura, stante e posta leggermente di tre quarti, con la testa di profilo, le braccia enfaticamente protese nel brandire il pastorale con la mano sinistra e nel benedire con la destra, il ginocchio sinistro avanzato, sia nella resa coloristica e fortemente chiaroscurata dei volumi, degli incarnati, dei panneggi e del terreno erboso visibile in basso.

Il fatto che la ricca e potente casta degli argentieri commissioni proprio a lui la personalizzazione dei propri Capitoli potrebbe portarci ad ipotizzare la sussistenza di un consolidato rapporto tra il disegnatore e la maestranza stessa, magari proprio nella realizzazione di cartoni per opere da cesellare e sbalzare, funzione alla quale potrebbe bene assolvere anche l’opera in questione: chissà che i congregati non portassero sul petto la consueta placca d’argento proprio con questa figura del Santo Titolare.

Dal punto di vista iconografico, peraltro, si tratta di un generico Santo vescovo benedicente privo di specifici attributi (tenaglie, incudine, martello, ferro di cavallo) – come se l’autore avesse attinto per l’occasione ad un proprio repertorio di immagini ad uso di bottega -, o, se fosse proprio intenzionalmente la raffigurazione di Eligio, essa potrebbe esser stata ‘ritagliata’ e decontestualizzata dalla riproposizione di un episodio agiografico, come l’Elemosina a riscatto dei prigionieri di guerra o il Miracolo del piede del cavallo tagliato14, e ciò spiegherebbe anche lo sguardo del Santo ed il gesto della benedizione rivolti verso il basso, in un punto posto ben all’esterno della cornice.

E perché non riprodurre su scala minore un dipinto conservato all’interno della chiesa eponima, sede della maestranza e della confraternita cittadine? A dire di Mongitore, il Vescovo di Noyon-Tournai vi era rappresentato intanto sulla pala dell’altar maggiore, opera dello Zoppo di Gangi (ante 1624), e su quella dell’altare di sinistra, opera di Pietro dell’Aquila (ante 1692), avente come soggetto Sant’Eligio in Belgio (come dire in atto di predicare)15, ma recenti acquisizioni documentarie16 ci informano che il primo dipinto, con altri due collocati nel presbiterio, viene ridimensionato nel 1739 ad opera del pittore Francesco Gianlombardo, che ad Olivio Sozzi viene commissionata la decorazione della nuova volta e sei quadretti, ma, soprattutto, che Vito D’Anna realizza il nuovo quadrone, verosimilmente a sostituzione di quello riferito al Bazzano, nel 1753-175417.

Perduti anche i dipinti – insieme all’intero patrimonio figurativo e decorativo – a causa del degrado seguito ai bombardamenti del 194318 ed in mancanza di documentazione fotografica precedente, il disegno acquerellato in questione potrebbe dunque essere una preziosa testimonianza, se non dell’opera dello Zoppo, certamente di quella del D’Anna, cui peraltro è stilisticamente molto vicina.

CAPITOLI

DELLA

VENERABILE CONGREGAZIONE DI

SANTO ELIGIO

IN QUESTA CAPITALE DI

PALERMO

<14 febbraio 1844>

Trascrizione e note di Giovanni Travagliato

Capitoli

della Venerabile Congregazione del glorioso

Santo Eligio

di

questa Città19

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Capitolo primo

Cariche, obblighi, e modo di elezione

dei

Superiori e degli Uffiziali

—–

Primo.

Le cariche siano soltanto le seguenti, un Superiore, e due Congiunti, un Segretario, un Prefetto di Sacristia, un Cappellano, ed un suo Aiutante, un Tesoriere, due Sacristani Compagni, un Visitatore degli infermi.

Secondo.

Il Superiore, e Congiunti presederanno agli aggiuntamenti, promuoveranno il fervore dei fedeli, terranno una cassettina sopra la tavola per raccogliere le volontarie elemosine, per cui finite le pie funzioni si dovrà aprire la cassettina, ed in presenza loro, e del Segretario si dovrà riconoscere l’esistenza del denaro, ed anche alla presenza di quei Confrati, che vogliono intervenire, e consegnarsi al Tesoriere, con notarsi dal Segretario in un libro, il quale dovrà firmarsi dal Tesoriere, e vistarsi dai Superiori, ed in caso che questi ultimi non sappiano scrivere sarà vistato da uno di loro procuratore, ordineranno essi la esazione dell’elemosina di messe, ossia ristoro dei suppellettili, o altri usi in servizio della Congregazione. /

Terzo.

Il Segretario come un Contabile suggeritore della Congregazione, e come un vigile custode dell’esatta osservanza dei regolamenti tenga il registro dei Confrati, e delle elezioni, faccia nota dei mancamenti, e noti l’elemosina raccolta come si è detto sopra.

Quarto.

Il tesoriere esigga le contribuzioni volontarie, ne sia il custode, e le spenda per ordine del Superiore e dei Congiunti, i quali gli firmeranno il corrispondente mandato redatto dal segretario,e  sia in obbligo dello stesso Tesoriere ritirarsi la ricevuta delle parti prendenti in pie’ del mandato quando fa d’uopo.

Sia anche il custode degli oggetti preziosi non sacri, e delle chiavi della Chiesa, per cui è obbligato di prevenire l’arrivo di tutti i Confrati ad oggetto di far trovare aperto il locale della Chiesa. In ogni anno presenti i conti ai nuovi Superiori i quali dovranno leggersi in piena Congregazione per intelligenza, e soddisfazione di tutti i Confrati.

In caso di reclamo si osserverà l’Articolo 154 delle Istruzioni del 20 maggio 1820 pei Consigli degli Ospizî.

Quinto.

Il Cappellano avrà cura dello spirituale, istruirà i Confrati nei doveri di Cristiano; ma non potrà ingerirsi nel temporale, e nell’amministrazione dell’Opera.

Il Prefetto di Sacristia presiede al buon regolamento della Chiesa, ed alla pulitezza, sia sua cura la mondezza delle sacre biancherie, e suppellettili, ch’egli conserverà, e curerà / aiutato dai Sacristani. È dovere del prefetto della Sacristia di far notare i Sacerdoti che celebrano con il proprio carattere, con escludere quei Sacerdoti esteri, che non provano la licenza di celebrare data dal Vicario generale, e deve ancora il detto Prefetto mandare in ogni mese le note dei Sacerdoti, che hanno celebrato al Vicario Generale.

Il Prefetto ed i Sacristani non faranno interessare la Congregazione per lavatura, né per cucitura dei sacri arredi, né per vino, né per ostie per le messe, e santa comunione.

Sesto.

Il Visitatore degli Infermi è obbligato di vigilare su i mancanti Confrati, e se siano infermi deve visitarli, e confortarli; deve altresì darne notizia al Padre, ed al Superiore, quali non mancheranno di esercitare il dovere di carità. Tutti i Confrati eziandio saranno invitati dal Superiore a visitare gli infermi.

Settimo.

La carica di Cappellano è carica che dovrà eliggersi ad nutum giusta la circolare del 1781 oppure ad vitam; in occasione di vacanza si riunirà la Congregazione in numero legale, cioè con uno dippiù della metà numeraria di tutti i Confrati suoi componenti, ed ogni Confrate potrà, se vuole, proporre alcun Sacerdote degno, e caritatevole, purché ciò si faccia a voti segreti, a quale oggetto ognuno dei Confrati dovrà venir preparato con una polisina nella quale di alieno carattere dovrà stare scritto il nome di colui, che vuolsi proporre; indi raccolte tutte le dette polisine, e veduto sopra di quale cada il maggior numero dei votanti, qualora questo numero sorpassi / quello di tre, si eseguirà uno, o più atti di votazione segreti con le parole indicanti il , ed il sopra ciascuno che avrà riportato maggior numero di voti insino a che si ridurranno a tre, ridotti a questo numero si sceglierà il più anziano di fratellanza, altrimenti in bussolo vanno tutti e tre, e quello che uscirà sarà il Cappellano. In seguito i Superiori faranno rapporto al Consiglio per ottenerne la approvazione presentandolo all’Ordinario.

Da questa regola sono esclusi i figli dei Confrati, i quali saranno eletti giusta l’antichità di fratellanza del suo genitore, e se l’eligendo sarà Chierico il Superiore Amministratore a suo bello agio potrà sostituirvi un Sacerdote probo, dotto, ed esemplare, che abbia patente di confessare, fintantoché l’eligendo arriverà al grado Sacerdotale, e che abbia patente di confessare giusta il Sinodo di Monsignor Palafox20.

Ottavo.

La carica di Superiore, e dei Congiunti è annuale, e si eliggerà in ogni anno, presederanno all’elezione i Superiori, la Congregazione dovrà essere riunita in numero legale come si è detto nello Articolo settimo ugualmente come si è detto per la proposta del Padre Cappellano, ogni Confrate dovrà dare il voto segreto con una polisina. Raccolte tutte le polisine si noteranno cinque Confrati, che abbiano ottenuto maggiore numero di voti, i nomi dei quali Confrati s’imbussolino in cinque ghiande, il primo che uscirà a sorte sarà il Superiore, il secondo sarà il Congiunto di mano destra, ed il terzo sarà il Congiunto di man sinistra, eletti che saranno / nel corso di otto giorni eleggeranno a pluralità di voti il nuovo Segretario, e Sacristani Compagni, ed il Visitatore degli infermi, non è vietata la conferma d’ogni carica per altro anno solamente, purché l’esigga una precisa necessità.

L’elezione del Tesoriere dovrà farsi da tutta la Congregazione riunita in numero legale, la quale si dovrà rendere responsabile della di lui fedeltà giusta lo stabilimento generale prescritto dalla legge.

Il Tesoriere può essere confermato in definitivamente sino a che i Confrati lo giudicheranno opportuno.

Capitolo secondo

Pratiche Religiose

—–

Primo.

Si dia principio alle pratiche religiose della Congregazione colla recita del Santissimo Rosario di Maria Vergine Santissima, ed intanto chi non si è confessato col suo proprio particolare confessore, potrà confessarsi in Sacristia, o col Padre, o col confessore compagno, o con altro prete qualunque.

Secondo.

Indi si faccia lettura di qualche libro spirituale additato dal Padre, e si dia il tempo discretamente per disbrigarsi le confessioni.

Terzo.

Dopo di ciò il Padre predichi una familiare istruzione catechista o sul Vangelo, o sulle solennità che occorrono, o su qualche materia di rudimento di Fede.

Quarto.

Finita la detta predicazione, il Padre si prepari,e  si vesta per la Santa messa, ed intanto si reciti la così detta Coronella delle Cinque Piaghe del Redentore, che consiste in un pio saluto ad ogni piaga accompagnato da una breve orazione, e / da tre Pater, ed in una offerta che contiene gli atti di Fede, di Speranza, di Carità, e di Contrizione, conchiudendo colle solite preci, per la santa Chiesa, pel Sovrano, pel suo Luogotenente, e  per tutte le Pubbliche autorità, e per ogni fedele. Si recitano indi di Requiem pei fedeli defunti.

Quinto.

Si celebri subito la Santa Messa dal Padre, ed il Sacerdote compagno faccia dei sermoncini in apparecchio alla Santa Comunione. Indi finita la Santa Messa dal Padre si benedica col Santissimo i fedeli, e si dia la pace al Superiore il quale la renda fil filo a tutti i Confratelli. Il Superiore stesso finalmente conchiuda l’aggiuntamento con dare degli avvisi che occorrono, con ricevere la volontaria elemosina, e con fare una breve offerta, a Dio, ed a Maria di tutte le seguite pratiche di devozione.

Sesto.

Il Sacerdote Compagno celebri dopo ciò la Santa messa, e  consumi i presantificati, chi vuole assistere a questa seconda messa fa bene, ma è libero chi voglia partirsi.

Capitolo terzo

Obblighi dei Confrati

—–

Primo.

Sarebbe immenso contento il veder frequenti tutti i Confrati in ogni aggiuntamento alla Santa Comunione, ma la Madre Congregazione non ne tien conto, né punto vi si applica, obbliga tuttavia tutti i Confrati alla Confessione almeno in ogni quindici giorni.

Secondo.

Non manchino i Confrati agli aggiuntamenti, chi manca per dieci fiate di seguito senza legitima scusa, o chi in ogni fine d’anno / si troverà notato con venti mancanze sia cancellato dal Ruolo dei Confrati, ma potrà come estero intervenire, e potrà essere nuovamente proposto.

Terzo.

Ogni Confrate che paga volontariamente tarì dodici all’anno avrà dieci messe, e messa cantata, medico fisico, e  chirurgo con visitare il Confrate ammalato due volte il giorno, ed una sola volta per la moglie,e  figli, dippiù allorquando si comunica avrà la piatta di tarì dodici, ed anche godrà di tutti i benefici della nostra Congregazione.

Quarto.

Tengano i Confrati una vita esemplare, siano attenti a fuggir l’ozio, i cattivi esempî, le pratiche dannose, fuggano il giuoco, non si facciano veder mai in unione con persone di animosità, e di demoralizzazione, siano ritirati a casa di buon’ora, non frequentino la sera visite oziose, non incorrano insomma in alcuno scandalo. I trasgressori saranno prima ammoniti dal Superiore caritatevolmente da solo a solo, ma indi in caso di ostinatezza, e contumacia verranno cancellati dal Ruolo per mezzo di conclusione della Congrega riunita in numero legale, e salvo il reclamo al Consiglio degli Ospizî.

Se il cancellato per simili trasgressioni ree vorrà intervenire agli aggiuntamenti come fedele estero il possa pure, ma non possa mai più essere proposto per confrate.

Quinto.

È proibita ogni parola indecente, e se si udisse, – che Dio nol permetta – o blasfemie, o altre / empie parole profferirsi dalla bocca di un Confrate, sia subito cancellato nel modo detto allo articolo antecedente.

Sesto.

Siano tenuti i Confrati di assistere ogni giorno alla Santa Messa, ed a fare gli atti cristiani di fede, di speranza, di carità, e di contrizione, come pure a recitare le offerte tanto al primo alzarsi da letto, quanto la sera prima del riposo.

Nel corso del giorno son tenuti a pregare iddio per mezz’ora d’orazione mentale, ed a recitare senza mai non intermetterlo il Rosario di Maria Santissima.

Settimo.

Si raccomanda, e s’impone lo spirito, la carità, la pace, e la mansuetudine. In occorrenza di alcun dissapore si ricorra al Superiore, che caritatevolmente comporrà la Dio merce’ i dissapori, e si avveri che siano i Confrati cor unum et anima una in Domino.

Ottavo.

È obbligato ogni confrate a visitare gli infermi Confrati, e prestarsi reciprocamente tratti di carità, come pure la visita allo Spedale, e la carità universalmente a tutti i bisognosi.

Nono.

Il buono esempio, e il rispetto alla Chiesa, ed ai Sacerdoti è obbligo preciso, ed assoluto.

Decimo.

Finalmente a chi ha figli insinuerà la buona educazione unita al buono esempio del padre, il quale deve insegnare loro il Catechismo, formarli buoni Cristiani, impiegarli negli studî, nei mestieri, e nelle arti, occupandoli sempre in una carriera perché fuggano i ma/li compagni, e le oziosità.

I Padri debbono condor seco i figli alla Congregazione, ed addestrarli così alla buona via per divenire cari a Dio, ed alla vergine Santissima, e cari alla Società.

Clausole

Aggiunte dal Consiglio Generale degli

Ospizî della Provincia di

Palermo

—–

Primo.

La Congregazione sarà sottoposta alle Istruzioni del 20 maggio 1820 ed alle circolari del 1781 e 1783 pei casi dalle dette Istruzioni non previsti, ed in tutto ciò che sin oggi non è venuto in legitima desuetudine, ovvero in urto colla Polizia Chiesastica vigente in Sicilia, ed ognuno degli impiegati assumerà rispettivamente i doveri che dalle dette disposizioni risultano.

Secondo.

Il numero dei Confrati inclusi i preti non potrà eccedere il centinaio, e non vi si potranno ascrivere delle donne, non potendosi pure ascrivere nuovo Confrate senza il permesso della Polizia.

Terzo.

L’elezione dei Superiori sarà annuale, e dovrà farsi a voto segreto dai Confrati riuniti in numero legale con doversi effettuare nel mese di novembre di ciascun’anno, e nello stesso mese trasmettersi al Consiglio Generale degli Ospizî per essere munita di conferma ai termini dell’Articolo 90 delle Istruzioni del 20 maggio 1820 onde approvata che sarà i nuovi Superiori prendano possesso al primo dell’anno, e l’amministrazione sia regolata con l’anno civile. /

Quarto.

L’elezione del Tesoriere, ossia Cassiere si farà ai termini dell’Articolo 92 delle dette istruzioni del 20 maggio 1820 sotto la responsabilità dei Confrati.

Quinto.

Saranno proibite le imposizioni delle tasse sotto qualunque titolo permettendosi le sole contribuzioni volontarie da esiggersi senza astringere i contribuenti con la forza giudiziaria, e senza che sia lecito di ricercarle con andare alle case, ma chi voglia debba darle spontaneamente nei giorni dei congressi in mano del Cassiere, bene inteso però che debbano godere i vantaggi stabiliti tanto spirituali, che temporali quelli soli fratelli, che abbiano corrisposto la contribuzione, restandone esclusi gli altri, che non abbiano voluto contribuire, e che abbiano al trassato per due mesi la stabilita contribuzione.

Sesto.

L’autorità del Superiore sarà limitata alle sole ammonizioni disciplinari.

Settimo.

I Confrati non dovranno essere tenuti al segreto verso i legitimi Superiori, che hanno un dritto d’interrogarli.

Ottavo.

L’elezione del Cappellano, o Padre Spirituale proseguirà a farsi nei modi legitimi finora praticati presso questa Corporazione, salva bensì la sorveglianza, a tutela del Consiglio degli Ospizî attribuitagli con specialità dagli Articoli 1, 25 e 46 delle Istruzioni del 20 maggio 1820 con che la persona del candidato sia reputata idonea all’esercizio di quel sacro Ministero dal Vescovo Diocesano, da cui debbe egli altronde ripetere le analoghe facultà / spirituali.

Nono.

Gli Ecclesiastici a seconda della Circolare del 1781 non dovranno godere voce attiva, e passiva; ma possono essere ammessi pel solo vantaggio dei pii suffragî, e delle indulgenze, ed in conseguenza l’ispezione del cappellano non altra debba essere, se non  che quella di badare soltanto al culto della Chiesa, ed allo spirituale, senza potersi ingerire affatto in tutto ciò che riguarda il temporale, e l’amministrazione dell’Opera.

Decimo.

Sarà libero ad ognuno l’esercizio della propria professione, o arte senza che per esercitarla sia tenuto di ascriversi in questa pia adunanza.

Undecimo.

Le deliberazioni tutte della fratellanza comprese quelle a voti segreti per l’ammissione, o cancellazione dei fratelli dovranno farsi per esser legali nel luogo della Confraternita coll’intervento del numero legale dei fratelli, ed a maggioranza di voti dei fratelli presenti.

Duodecimo.

In nessun caso possa un fratello esser cancellato dal Ruolo, che per mezzo di conclusione della Congregazione riunita in numero legale, e salvo il reclamo al Consiglio degli Ospizî.

Tresdecimo.

Sarà permessa la conferma per un’anno <sic> solamente di tutti, o di parte degli Uffiziali quante volte lo esigga una circostanza, od un vero bisogno.

Quatuordecimo.

L’intervento dei Confrati necessario a deliberare non dovrà esser minore della terza parte del totale numero dei suoi componenti, che esisteranno in ogni occorrenza di convocazione, tranne che questo sia al di sotto di cinquanta in qual caso basterà a deliberare la metà della tota/lità dei medesimi. In conseguenza l’intelligenza delle parole numero legale, maggioranza di voti dovrà intendersi con questi principî regolata.

Quindecimo.

Sia in ogni conto proibita la questua fuori Chiesa.

Sexdecimo.

Si riunisca a porte aperte, e sino a sera non avanzata.

Decimo settimo.

Siano proibite le processioni di dopo pranzo senza il permesso del Governo, e della Polizia.

Decimo ottavo.

Nulla possa aggiungersi, togliersi, o modificarsi ai presenti Capitoli se non previa l’autorizzazione del Governo.

Nota degli individui che trovansi soscritti nell’originale progetto dei presenti Capitoli chiedendone l’approvazione. Seguono le firme.

Visto. L’Intendente Presidente. Firmato Duca Laurino. L’approvo. Firmato Ferdinando.

Il Consigliere Ministro di Stato Presidente interino del Consiglio dei Ministri. Firmato Marchese di Pietracatella21.

Per certificato conforme. Il Consigliere Ministro di Stato Presidente interino del Consiglio dei Ministri. Firmato Marchese di Pietracatella.

Per copia conforme.

Per l’Uffiziale Capo del primo Ripartimento.

L’Uffiziale di Carico.

Firmato Luigi Iappelli.

Per copia conforme.

Il Segretario del Consiglio Generale

degli Ospizî della Provincia di

Palermo

Luigi Montalto

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(Segue il Real Decreto di approvazione)

Decreto

di Reale approvazione ai presenti Capitoli partecipato al Consiglio Generale degli Ospizî della Provincia di Palermo per disporre l’adempimento da Sua Eccellenza il Ministro degli Affari Interni con venerata Ministeriale data in Napoli il 12 giugno 1844 quarto Ripartimento, secondo Carico, numero 1395.

——————————

Napoli 14 febbraio 1844

Ferdinando secondo

Per la grazia di Dio Re del Regno delle due Sicilie, di Gerusalemme, et cetera; Duca di Parma, Piacenza, castro, et cetera; Gran Principe Ereditario di Toscana, et cetera, et cetera, et cetera.

Veduta la Nostra Sovrana Risoluzione del 10 luglio 1843;

attese le modifiche apposte alle regole della Congrega di Sant’Eligio in Palermo ai termini dell’avviso della Consulta dei Nostri Reali Dominî oltre il Faro;

sulla proposizione del Nostro Ministro Segretario di Stato degli Affari Interni,

abbiamo risoluto di decretare, e decretiamo quanto segue.

Articolo primo.

Accordiamo il Nostro Sovrano beneplacito sulle regole della Confraternita di Sant’Eligio nel Comune di Palermo giusta il progetto annesso al presente Decreto.

Articolo secondo.

Il Nostro Ministro Segretario degli Affari Interni, il Nostro Luogotenente Generale nei Reali Dominî oltre il Faro, sono incaricati della esecuzione del presente De/creto.

Firmato Ferdinando.

Il Ministro Segretario di Stato

degli Affari Interni

Firmato N<icola> Santangelo

Il Consigliere Ministro di Stato

Presidente Interino del Consiglio

dei Ministri

Firmato Marchese di Pietracatella

Per certificato conforme

Il Consigliere Ministro di Stato

Presidente Interino del Consiglio dei Ministri

Firmato Marchese di Pietracatella

Per copia conforme

Il Ministro Segretario di Stato

degli Affari Interni

Firmato N<icola> Santangelo

Per copia conforme

Duca Laurino


Ruolo

dei

Confrati della Congregazione di Sant’Eligio in Palermo approvato dal Consiglio generale degli Ospizî previa le favorevoli informazioni avute dalla Polizia con Officio del Signor Prefetto del 25 giugno 1844, primo Carico, numero 2405.

  1. Michele Cuttitta †22
  2. Salvadore Leone †
  3. Giovanni Giangreco †
  4. Saverio Bianchetta †
  5. Francesco Grita †
  6. Salvadore Teresi †
  7. Leonardo Cipriano X
  8. Giacomo Lo Meo †
  9. Francesco Solazzo †
  10. Francesco Galvano †
  11. Girolamo La Villa X
  12. Placido Solazzo morì † /
  13. Giuseppe Nicchi
  14. Gioacchino Morano depennato per officio del 18 maggio 1853
  15. Giacomo Perricone †
  16. Leopoldo Mercurio †
  17. Salvadore Mercurio †
  18. Costantino Lo Meo X
  19. Gaspare Marino †
  20. Giovanni Cuttitta †
  21. Francesco Mercurio †
  22. Giovan Battista Angles †
  23. Giuseppe Maria Terranova †
  24. Giovanni Cipolla †
  25. Antonio Serretta †
  26. Francesco Bordellone (sic) X
  27. Vincenzo Schiavone X
  28. Francesco Radica  †
  29. Giacomo D’Angelo †
  30. Vincenzo Teresi †
  31. Andrea Crocino †
  32. Giuseppe Firpo † X
  33. Giuseppe Contino † X
  34. Matteo Serretta
  35. Vincenzo Pampillonia X
  36. Salvadore Celeste †
  37. Salvatore Cuttitta †
  38. Michele Balsamo †
  39. Cirino Giangreco †
  40. Paolo Billitteri †
  41. Vincenzo Carbone morì  †
  42. Antonino Di Chiara X
  43. Marco Di Chiara
  44. Giuseppe Serretta †
  45. Francesco Mora †
  46. Salvatore Mora †
  47. Francesco Compagno e Salamone morì  †

Sono questi i Capitoli legali da osservarsi nel regime interno, e nell’amministrazione di questa Congregazione di Sant’Eligio.

Palermo 10 luglio 1844

L’Intendente Presidente del Consiglio Generale degli Ospizî di Palermo

Il Duca di Laurino

Il Segretario del detto Consiglio

Luigi Montalto

(Segue)

Supplemento di Ruolo

approvato dal Consiglio Generale degli Ospizî con Officio del 30 dicembre 1844, numero 5202.

  1. Filippo Barrile †
  2. Francesco Di Chiara †
  3. Onofrio Mercurio †
  4. Gioacchino Perricone
  5. Antonio Maiorana †
  6. Giuseppe Carta †
  7. Gioseppe Giangreco
  8. Gioacchino Serretta †
  9. Antonino Lo Monaco
  10. Girolamo Bronzetti †
  11. Salvatore Rammacca †
  12. Giovanni Natoli †
  13. Salvatore Mercurio X
  14. Gaetano Barrile †
  15. Salvatore Marino †
  16. Paolo Bordellone
  17. Salvatore Galvano †
  18. Antonino Mercurio X
  19. Rosario Bronzetti
  20. Vincenzo Solazzo †
  21. Salvatore Pomara †
  22. Mariano Mercurio X
  23. Emmanuele Romeo
  24. Andrea Solazzo X
  25. Giuseppe Boscaino X
  26. Fedele Scaglione
  27. Vincenzo Serretta †
  28. Pasquale Ferrara †
  29. Leopoldo Cutino †
  30. Orazio Mercurio †
  31. Nicolò Cipolla †

Il Cancelliere

Emmanuele Romeo e Monti

Altri 24 Confrati

approvati dal Consiglio Generale degli Ospizî con Officio del 29 settembre 1846, numero 4159.

  1. Pietro Amato †
  2. Benedetto Bronzetti
  3. Vincenzo Cipolla X
  4. Pietro Traetta
  5. Giuseppe vegna †
  6. Pasquale Cipolla †
  7. Valerio Castagna fu Bartolomeo †
  8. Stefano Dalleo †
  9. Gaetano Barrile fu Rosario †
  10. Giovanni Ficarrotta †
  11. Vincenzo Lo Bianco †
  12. Salvatore Panzica
  13. Francesco Miraglia
  14. Salvatore Moretto
  15. Giovanni Cipriano †
  16. Salvatore Solazzo
  17. Salvatore Belfiore † /
  18. Giuseppe Sfoglia †
  19. Giuseppe Dalleo †
  20. Pietro Giacalone †
  21. Giuseppe Giacalone †
  22. Mario Gaita
  23. Vincenzo Lo Monaco
  24. Antonino Pampillonia †

Il Cancelliere

Emmanuele Romeo e Monti


Nota bene.

Essendo rimasti rimpiazzati col superiore notamento di 24 individui i due defunti Confrati Don Michele Cuttitta, e Don Vincenzo Carbone, e restando a rimpiazzarsi il fu Don Placido Solazzo fatta proposta dalla Congrega il Consiglio Generale degli Ospizî con foglio del 23 novembre 1846 di numero 4449 approvò

  1. Antonino Mazziotta,

col quale resta compito il Ruolo al numero di 100.

Il Cancelliere

Emmanuele Romeo e Monti

  1. Giuseppe La Villa

eletto Superiore con officio del 26 maggio 1855, confirmato nel 1856 e nel 1857.

Il Cancelliere

Emmanuele Romeo

Il Consiglio Generale degli Ospizî con foglio del 29 aprile 1856 di numero 2792 approvò

  1. Sacerdote Don Salvadore La Villa
  2. Don Francesco La Villa X
  3. Don Giuseppe Radica X
  4. Don Paolo Cataldi X
  5. Don Pietro Belfiore di Francesco †
  6. Don Luigi La Villa del fu Salvadore X

Il Cancelliere

Emmanuele Romeo

Per deliberazione della fratellanza del 4 febbraio 1866 della quale rimase intesa la Deputazione Provinciale Ramo Beneficenza con foglio del 15 detto mese, numero 546.

  1. Sacerdote Giovanni Mercurio †
  2. Sacerdote Mariano Teresi
  3. Sacerdote Vincenzo Mora
  4. Antonino Serio X
  5. Pietro Saverino
  6. Emmanuele Natoli X
  7. Gaetano Di Chiara X
  8. Gioachino Giacalone
  9. Antonino Pepe X
  10. Ferdinando Teresi
  11. Francesco Mercurio di Leopoldo X
  12. Antonino Mercurio fu Ignazio X
  13. Vincenzo Mercurio di Antonino
  14. Ferdinando Finaltea.

Il Cancelliere

Emmanuele Romeo

  1. Si rimanda, per la storia dell’ente e le peculiarità dei suoi principali fondi, ai contributi presenti in Storia & Arte nella Scrittura. L’archivio Storico Diocesano di Palermo a 10 anni dalla riapertura al pubblico (1997-2007), atti del Convegno internazionale di studio (Palermo, 9-10 novembre 2007) a cura di G. Travagliato, Santa Flavia 2008. []
  2. G. TRAVAGLIATO, L’ASDPa com’era, com’è, come potrebbe essere: storia e prospettive, in Storia & Arte…, 2008, pp. 13-38, in part. pp. 23-24. []
  3. Sinodo Diocesano XIV celebrato dall’Em.mo e Rev. Signor Cardinale Ernesto Ruffini del Titolo di Santa Sabina Arcivescovo di Palermo e Amministratore Apostolico di Piana degli Albanesi (Palermo 7-9 luglio 1960), Palermo 1962, pp. 46-47, nn. 39, 42, citato in G. TRAVAGLIATO, L’ASDPa…, 2008, p. 35, nota 48. []
  4. Tra quelle di più antica fondazione e di maggior prestigio: Sant’Andrea degli Aromatari, Santi Cosma e Damiano, Santi Elena e Costantino e Compagnia della Carità, San Giovanni Battista alla Galka, San Giuseppe dei Falegnami, Santissimo Sacramento della Cattedrale e Santa Cristina, Santa Maria Maddalena nel Quartiere dei Militari, San Nicolò lo Reale, Santo Stefano Protomartire, per l’elenco completo dei fondi si rinvia alla consultazione degli inventari presso la sala studio dell’ASDPa. []
  5. G. TRAVAGLIATO, Le mécénat artistique des confréries dans la Palerme du Moyen-Âge, in Les confréries de Corse. Une société idéale en Méditerranée, catalogo mostra (Corte, La Citadelle, 11 luglio – 30 dicembre 2010) a cura di M. Mattioli e M.-E. Poli-Mordiconi, Corte (Corsica) 2010, pp. 400-409. []
  6. G. DI MARZO, I Gagini e la scultura in Sicilia nei secoli XV e XVI, Palermo 1880-1883, rist. 1980, in part. pp. 601-603; IDEM, Notizie di alcuni argentieri che lavoravan pel Duomo di Palermo nel secolo XVI, in “Archivio Storico Siciliano”, N.S., n. 3, pp. 364-365; M. ACCASCINA, Oreficeria di Sicilia dal XII al XIX secolo, Palermo, 1974; EADEM, I Marchi delle argenterie e oreficerie siciliane, Busto Arsizio, 1976; per le opere dell’Accascina si rimanda ai saggi presenti in Storia, critica e tutela dell’arte nel Novecento. Un’esperienza siciliana a confronto con il dibattito nazionale, atti del Convegno internazionale (Palermo – Erice – Trapani, 14 – 17 giugno 2006) a cura di M.C. Di Natale, Caltanissetta 2007. L’infaticabile impegno della prof.ssa Maria Concetta Di Natale e della sua équipe è testimoniata da tesi di laurea e di dottorato, monografie, convegni, saggi ed articoli, monumentali cataloghi di mostre, tra cui Ori e argenti di Sicilia dal Quattrocento al Settecento, Milano 1989; Le Confraternite dell’Arcidiocesi di Palermo. Storia e arte, catalogo della mostra (Palermo, Albergo dei Poveri, 3-15 maggio 1993) a cura di M.C. Di Natale, Palermo 1993; Splendori di Sicilia. Arti decorative in Sicilia dal Rinascimento al Barocco, catalogo della mostra (Palermo, Albergo dei Poveri, 10 dicembre 2000 – 30 aprile 2001), a cura di M.C. Di Natale, Milano 2001. Silvano Barraja ha al suo attivo numerosi contributi dedicati specificatamente alla maestranza palermitana degli orafi e argentieri: La Maestranza degli orafi e argentieri di Palermo, in Ori e argenti…, 1989, pp. 364-377; La confraternita di S. Eligio, scheda I, 1, in Le Confraternite…, 1993, pp. 70-72; Una bottega orafa del Seicento a Palermo, in M.C. DI Natale, I monili della Madonna della Visitazione di Enna, Enna 1996, pp. 105-120; I marchi degli argentieri e orafi di Palermo, Milano 1996 (II ed. Milano 2010); Gli orafi e argentieri di Palermo attraverso i manoscritti della maestranza, in Splendori di Sicilia…, 2001, pp. 662-677. []
  7. A. BAVIERA ALBANESE, Diritto pubblico e istituzioni amministrative in Sicilia. Le Fonti, Roma 1981, citata in S. BARRAJA, I marchi…, 1996, p. 24. []
  8. Si veda a riguardo G. FILIPPONE ED EPIRO, Istruzioni per l’amministrazione degli stabilimenti di beneficenza e dei luoghi pii laicali del Regno delle Due Sicilie […], Palermo 1847. []
  9. Già ritrovato in originale e riprodotto in foto da S. BARRAJA, La confraternita…, 1993, p. 70. []
  10. P. ALLEGRA, scheda n. 90, in M.C. DI NATALE, Il Tesoro dei vescovi nel Museo Diocesano di Mazara del Vallo, Marsala 1993, p. 126. []
  11. Ringrazio Silvano Barraja per aver condiviso con me la scoperta. []
  12. F.L. ODDO, Le maestranze di Palermo: aspetti e momenti di vita politico-culturale, secc. XII-XIX, Palermo 1991; IDEM, Statuti delle maestranze di Palermo nei secoli XV-XVIII, Mazara del Vallo 1991. []
  13. G. BONGIOVANNI, ad vocem “Astorino Gerardo”, in L. SARULLO, Dizionario degli Artisti Siciliani. Pittura, vol. II a cura di M.A. Spadaro, Palermo 1993, pp. 20-21. []
  14. Per la vita, il culto e l’iconografia del Santo, si vedano: L. RÉAU, Iconographie de l’Art Chrétien, T. III.I (A-F), Parigi 1958, pp. 422-427, e P. Villette – F. Negri Arnoldi, in Bibliotheca Sanctorum, IV (CIRO-ERIF), Roma 1964, coll. 1064-1073, ad voces. []
  15. A. MONGITORE, Le Compagnie; Le Confraternite, le Chiese di Nazioni, di Artisti e di Professioni, le Unioni, le Congregazioni e le Chiese particolari; le Chiese destrutte, f. 333, trascritto in V. VADALÀ, Palermo sacro e laborioso, Palermo 1987, p. 189; S. BARRAJA, La confraternita…, 1993, p. 70. []
  16. G. MENDOLA, Orafi e argentieri a Palermo tra il 1740 e il 1790, in Argenti e Cultura Rococò nella Sicilia Centro-Occidentale. 1735-1798, catalogo mostra (Lubecca, St. Annen Museum, 21 ottobre 2007 – 6 gennaio 2008) a cura di S. Grasso e M.C. Gulisano, Palermo 2008, pp. 573-623, in part. pp. 588-592. []
  17. Ibidem; riguardo alla produzione artistica di Vito D’Anna si veda C. SIRACUSANO, La pittura del Settecento in Sicilia, Roma 1986; S. TROISI, Vito D’Anna, supplemento monografico allegato a «Kalos», n. 4, Palermo 1993; M. GUTTILLA, Vito D’Anna: esordi e presentimenti, Palermo 2005; I. GUCCIONE, Documenti su Pietro Martorana, Vito D’Anna e Bartolomeo Sanseverino, in Argenti e cultura rococò nella Sicilia centro-occidentale: 1735 – 1789, catalogo della mostra (Lubecca, 21 ottobre 2007 – 6 gennaio 2008) a cura di S. Grasso e M.C. Gulisano, Palermo 2008, pp. 647 – 652. []
  18. Si veda a riguardo M. GUIOTTO, I monumenti della Sicilia Occidentale danneggiati dalla guerra: protezioni, danni, opere di pronto intervento, Palermo 1946 (ried. Palermo 2003). []
  19. Il fascicolo, di mm. 210 x 300 x  10, presenta sul recto delle prime 5 carte il visto dell’Intendente Presidente e del Segretario del Consiglio Generale degli Ospizi di Palermo in carica nel 1844, rispettivamente Troiano Spinelli Duca di Laurino e Luigi Montalto.

    Segni diacritici usati nella trascrizione: / all’inizio di un nuovo foglio; <> integrazioni dell’editore. []

  20. Una copia degli Acta Synodi Dioecesanae Sanctae Ecclesiae Panormitanae ab Ill.mo et Rev.mo Domino Don Iacobo de Palafox et Cardona […] celebratae diebus 29 et 30 iunii et 1 iulii 1679 si conserva presso l’ASDPa senza segnatura. []
  21. Francesco Ceva Grimaldi Pisanelli. []
  22. I segni † e X apposti verosimilmente dal Cancelliere Romeo aggiornando i Capitoli nel 1846, 1856 e 1866, potrebbero indicare il sopraggiunto decesso del confrate, costituendo un importante terminus post quem. []