Editoriale

di Enrico Colle e Maria Concetta Di Natale

Con questo diciannovesimo numero OADI Rivista entra nel suo decimo anno di pubblicazione ed è perciò doveroso cominciare ringraziando tutti coloro che in questi anni hanno contribuito a diverso titolo alla sua realizzazione, dal comitato scientifico agli autori, dalla redazione ai collaboratori, a Palermo University Press, che ne cura l’edizione cartacea. Il numero si apre con un saggio di Giovanna Perini Folesani su Bernardino Baldi, letterato dai molteplici interessi vissuto tra il 1553 e il 1617, che coltivò rapporti anche con la famiglia Gonzaga, profondamente inserito nel contesto culturale del suo tempo. Rosalia Francesca Margiotta presenta i risultati di un’approfondita ricerca documentaria sul patrimonio del ramo di Gratteri dei Ventimiglia, evidenziando le numerose opere di arte decorativa di proprietà della famiglia nel tempo. La pittrice ed entomologa tedesca Maria Sibylla Merian è il soggetto dello studio di Licia Molino, che ipotizza l’influenza dei suoi disegni sull’arte del ricamo nel barocco siciliano. Claudio Gino Li Chiavi prende in esame alcune opere di argentieri siciliani presenti in Liguria, grazie alle famiglie genovesi che intrattenevano rapporti commerciali con la Sicilia, accomunate dalla devozione per Santa Rosalia. Del culto per la Santa si occupa anche Giuseppe Giugno, che analizza un gruppo di opere in argento nella Sicilia centrale. Rita Pellegrini studia alcune suppellettili sacre di argentieri palermitani oggi custodite nella pieve di Sorico, donate alle loro chiese dagli emigranti che tra XVI e XVIII secolo si recarono a Palermo. Le relazioni tra la decorazione barocca valenciana e quella coeva siciliana sono al centro del saggio di Gaetano Giannotta, che prende in esame la chiesa di San Andrés di Valencia. Valeria Patti studia i bozzetti di tessuti in cotone stampato della Fabrique Neuve de Cortaillod, realizzati tra XVIII e XIX secolo. Attraverso lo studio di un gruppo di esemplari palermitani, Maria Laura Celona analizza i rapporti tra l’utensileria europea e l’argenteria laica siciliana di proprietà nobiliare tra XVIII e XIX secolo. L’articolo di Roberta Cruciata tratta di un aspetto particolare della personalità della regina Vittoria, la passione per i merletti, e la sua influenza sul gusto del periodo. Infine, Ivana Bruno presenta uno studio sui documenti inerenti l’attività di Maria Accascina relativa al deposito del Museo Nazionale di Palermo negli anni Trenta del Novecento. Il numero è ulteriormente arricchito da due recensioni di Lucia Ajello e Serena Franzon, la prima su un volume inerente un restauro nella Cattedrale di Malta, la seconda sulla terza edizione del catalogo del Museo del Gioiello di Vicenza.