Abstract

Giovanna Perini Folesani

Bernardino Baldi, la Ditta Barocci e Guidubaldo dal Monte

La figura di Bernardino Baldi (1553-1617), letterato di professione, appassionato matematico e studioso di fisica e ingegneria, oltre che abate di Guastalla, viene riscoperta, unitamente alla sua attitudine a consulente per le invenzioni di alcuni quadri barocceschi e alle sue frequentazioni alla corte urbinate.

Bernardino Baldi, the Ditta Barocci e Guidubaldo dal Monte

The figure of Bernardino Baldi (1553-1617), a literate by profession, a passionate mathematician and a scholar of physics and engineering, as well as the abbot of Guastalla, was rediscovered, together with his attitude as a consultant for the inventions of some “barocceschi” paintings and his frequent visits at the urbinate court.

Rosalia Francesca Margiotta

“Iugalia aurea et argentea et bona mobilia”. Postille documentarie sui Ventimiglia di Gratteri

Numerosi inventari, atti dotali, testamenti e donazioni rintracciati presso l’Archivio di Stato di Palermo permettono all’autrice di ricostruire la ricchezza e la varietà del patrimonio storico artistico della famiglia Ventimiglia del ramo di Gratteri

“Iugalia aurea et argentea et bona mobilia”. Documentary remarks on the Ventimiglia of Gratteri

Numerous inventories, dotal deeds, wills and donations found in the State Archives of Palermo allow the author to reconstruct the richness and variety of the historic and artistic heritage of the Ventimiglia family of the Gratteri branch.

Licia Molino

Il fantastico mondo botanico di Maria Sibylla Merian: un modello per i ricami siciliani di età barocca

Il contributo intende ripercorrere la carriera di Maria Sibylla Merian, pittrice ed entomologa tedesca vissuta nel XVII secolo. La sua notorietà, in qualità di naturalista, culminò a seguito di un leggendario viaggio nel Nuovo Mondo, segnando una tappa fondamentale nella storia della scienza entomologica. Aldilà dei suoi studio pionieristici nell’osservazione degli insetti, in particolare modo delle farfalle, oggi si rivaluta il piacere estetico delle sue illustrazioni botaniche; inoltre si intende formulare un’ipotesi in merito all’utilizzo delle sue incisioni floreali come possibili modelli nell’arte del ricamo barocco siciliano.

The astonishing botanical world of Maria Sibylla Merian: a model for the Sicilian embroideries of the Baroque age

The assay aims to trace the career of Maria Sibylla Merian, a German painter and entomologist who lived in the seventeenth century. His notoriety as a naturalist culminated following a legendary trip to the New World, marking a milestone in the history of entomological science. Beyond its pioneering studies in the observation of insects, especially butterflies, today the aesthetic pleasure of its botanical illustrations is re-evaluated; furthermore, we intend to formulate a hypothesis regarding the use of his floral engravings as possible models in the art of Sicilian baroque embroidery.

Claudio Gino Li Chiavi

Mercanti, identità e devozione: il culto di Santa Rosalia in Liguria in alcune opere di argenteria siciliana

L’autore affronta il tema della diffusione del culto di Santa Rosalia in Liguria durante il XVII secolo attraverso alcuni manufatti di argenteria palermitana ed inedite fonti d’archivio. Nello specifico sono presi in esame il busto reliquiario custodito nella chiesa di Santa Caterina di Bonassola e l’inedita urna-reliquiario della Basilica dei Santi Gervasio e Protasio di Rapallo.

Merchants, identity, and devotion: the cult of Saint Rosalia in Liguria trough some samples of sicilian silverware

The author deals with the theme of the spread of the cult of Saint Rosalia in Liguria during the seventeenth century through some examples of Palermo silverware and unpublished archival documents. Specifically, he examines the reliquary bust kept in the church of Santa Caterina di Bonassola and the unknown reliquary urn of the Basilica of Santi Gervasio and Protasio in Rapallo.

Giuseppe Giugno

Domina cultrixque virgo panormitana agri quisquinesis. Il culto di Santa Rosalia nella Sicilia centrale attraverso l’operato dei maestri argentieri

I primi anni del Seicento sono caratterizzati in tutta la Sicilia dalla diffusione del culto di santa Rosalia come rimedio al dilagare della peste, sentitissimo, pertanto, ed espresso contestualmente dagli artisti in pittura e scultura, soprattutto tramite i reliquiari in argento e legno. Viene indagata nel dettaglio la produzione della diocesi di Agrigento.

Domina cultrixque virgo panormitana agri quisquinesis. The cult of Santa Rosalia in central Sicily through the work of master silversmiths

The early seventeenth century are characterized throughout Sicily by the diffusion of the cult of Saint Rosalia as a remedy for the spread of the plague, therefore very strong and expressed at the same time by the artists in painting and sculpture, especially through the reliquaries in silver and wood. The production of the diocese of Agrigento is investigated in detail.

Rita Pellegrini

Suppellettili sacre palermitane donate dagli emigrati all’antica pieve di Sorico (CO)

In questa ricerca vengono prese in esame alcune suppellettili in argento di fabbricazione palermitana, realizzate tra XVII e XVIII secolo, custodite nelle località dell’antica pieve di Sorico, un’entità ecclesiastico-geografica costituita da paesi disposti lungo la riva del Lario e a mezza costa in un territorio al confine tra le province di Como e di Sondrio. Tali suppellettili furono donate alla loro chiese dagli emigranti che in quell’epoca si recarono a lavorare a Palermo. Il loro studio consente di ampliare le conoscenze sulla manifattura argentiera storica palermitana.

Sacred objects from Palermo donated by emigrants to the ancient parish church of Sorico (CO)

In this research the author examines some silver furnishings made in Palermo, made between the seventeenth and eighteenth centuries, kept in the locations of the ancient parish church of Sorico, an ecclesiastical-geographical entity consisting of towns along the banks of the lake and halfway up the coast in a territory on the border between the provinces of Como and Sondrio. These furnishings were donated to their churches by the emigrants who, at that time, went to work in Palermo. Their study allows us to broaden our knowledge of Palermo’s historical silverware manufacturing.

Gaetano Giannotta

La chiesa di San Andrés: l’apice del decorativismo barocco a Valencia e le sue relazioni stilistiche con la Sicilia

A partire dal XVII secolo il rinnovamento dell’antica chiesa parrocchiale di San Andrés di Valencia, oggi titolata a San Juan de la Cruz, segnò un momento di grande fermento artistico e decorativo. Basti soltanto citare la commissione e la conseguente realizzazione della ricchissima e stravagante decorazione in stucco del suo interno.

The church of San Andrés: the acme of Baroque decorativism in Valencia and its stylistic relations with Sicily

Beginning in the seventeenth century, the renovation of the ancient parish church of San Andrés in Valencia, today titled in San Juan de la Cruz, marked a moment of great artistic and decorative ferment. Suffice it to mention the commission and the consequent realization of the very rich and extravagant stucco decoration of its interior.

Valeria Patti

Per uno studio dei bozzetti della Fabrique neuve de Cortaillod (XVIII-XIX secolo)

Partendo dall’analisi di un gruppo di bozzetti della Fabrique neuve de Cortaillod (XVIII-XIX secolo), l’autrice prende in esame il processo di interazione tra moda e sviluppo industriale  nell’Europa del secondo Settecento, attraverso l’approfondimento dei processi di adattamento dei modelli orientali  al gusto europeo e delle tecniche di stampa adottate in Europa.

For a study of the sketches of the Fabrique neuve de Cortaillod (XVIII-XIX century)

Starting from the analysis of a group of sketches of the Fabrique neuve de Cortaillod (18th-19th century), the author examines the process of interaction between fashion and industrial development in Europe in the second half of the 18th century, through an in-depth study of the processes of adaptation of oriental models to European taste and of the printing techniques adopted in Europe.

Maria Laura Celona

L’utensileria europea e l’argenteria laica dei nobili in Sicilia nei secoli XVIII e XIX

Celona indaga e ripercorre la fortuna e l’utilizzo dell’argento sulle tavole dei nobili europei nel corso dell’epoca moderna, per realizzare posate, vasellame, bacili, etc., riservando particolare attenzione all’ambito siciliano tramite lo studio di documenti notarili e l’analisi stilistica e compositiva di manufatti ancora esistenti.

The European tools and the secular silverware of the nobles in Sicily in the eighteenth and nineteenth centuries

Celona investigates and traces the fortune and the use of silver on the tables of European nobles during the modern era, to make cutlery, pottery, basins, etc, with particular attention to the Sicilian environment through the study of notary documents and the stylistic and compositional analysis of still existing artifacts.

Roberta Cruciata

La regina Vittoria icona di moda: la passione per i merletti e la statua di La Valletta

Un omaggio a sua Maestà la Regina Vittoria del Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda come icona di moda e di stile internazionale nel bicentenario dalla sua nascita, tra passione per i merletti e il monumento dedicatole a La Valletta (Malta).

The Queen Victoria fashion icon: the passion for lace and the statue of Valletta

A tribute to her Majesty Queen Victoria of the United Kingdom of Great Britain and Ireland as an icon of fashion and international style in the bicentenary of her birth, between passion for lace and the monument dedicated to her in Valletta (Malta).

Ivana Bruno

Il deposito, “magazzino degli studiosi”, del Museo Nazionale di Palermo negli anni Trenta del Novecento dalle ricerche documentarie sull’attività di Maria Accascina

Ivana Bruno, con l’ausilio di inediti ritrovamenti d’archivio, ci accompagna in un affascinante viaggio indietro nel tempo alla riscoperta del Museo Nazionale di Palermo, dove la giovane ispettrice Maria Accascina aveva appena completato il riordinamento e l’allestimento della sezione di arte medievale e moderna.

The deposit, “scholars’ warehouse”, of the National Museum of Palermo in the thirties of the twentieth century from documentary research on the activity of Maria Accascina

Ivana Bruno, with the help of unpublished archival finds, takes us on a fascinating journey back in time to the rediscovery of the National Museum of Palermo, where the young inspector Maria Accascina had just completed the reorganization and preparation of the medieval art section and modern.