Elvira D’Amico

elvi.damico@alice.it

Un inedito collage neoclassico alla Civica Galleria d’Arte Moderna di Palermo

DOI: 10.7431/RIV12082015

Una mostra tenutasi più di un ventennio fa alla Galleria Regionale della Sicilia1, rendeva noto un genere artistico pressochè sconosciuto nell’Isola ed esente dunque da inquadramenti storiografici e definizioni repertoriali, se si eccettua il fondamentale contributo di Teodoro Fittipaldi relativo alle opere del Museo di S.Martino di Napoli2. È allo studioso napoletano che si deve la definizione terminologica di “collages” per i raffinati quadretti settecenteschi costituiti dall’assemblaggio di svariati materiali –quali tessuti, galloncini, laminette, miniature, carta acquarellata, tartaruga…- secondo un ben costruito disegno di base, ad opera di autori ai quali si è estesa convenzionalmente la definizione di “collagisti”. Pochi sono gli esemplari siciliani conosciuti – nell’ordine di qualche decina – esistenti nella Galleria di Palazzo Abatellis, qui confluiti dal Museo nazionale di Palermo tra la fine del secolo XIX e gli inizi del XX, oltre a quelli esistenti in collezioni private del capoluogo siciliano, alcuni dei quali in occasione della suddetta mostra furono esposti o pubblicati in catalogo. Per questi motivi particolare rilievo assume il rinvenimento, nei depositi della GAM di Palermo, di un collage ancora inedito, proveniente presumibilmente dallo stesso nucleo dei precedenti, ma smistato in epoca più tarda alla suddetta Galleria. Si tratta del Ritratto di Luigi Naselli principe d’Aragona (Fig. 1), come recita a chiare lettere l’iscrizione dipinta sul tessuto sottostante che funge da passepartout. A questo manufatto dunque sarebbe da riferire la voce del vecchio inventario del Regio Museo, ancora conservato al Salinas: “10 febbraio 1899 – 2947. Un ritratto di Luigi Naselli Principe d’Aragona in seta…L.5”, già riferita a un anonimo collage di Palazzo Abatellis3.

“L’operina” appare un unicum nel suo genere, rispetto a quelle conosciute, poiché ritrae il nobiluomo a mezzo busto, entro una cornice ovale, alla maniera dei ritratti ufficiali del periodo neoclassico-impero, senza le notazioni d’ambiente che caratterizzano i più noti collages con Interni gentilizi.

Il gentiluomo, dall’apparente età di 35-40 anni, appartenente all’illustre famiglia rappresentata nel secolo XVIII da un Luigi Naselli Flores, più volte senatore di Palermo – nel 1748, ’77, ’78, ’98- e governatore del Monte di Pietà4, è raffigurato a mezzo busto, con parrucca scura, marsina gallonata, sottoveste bottonata, foulard al collo; accessori denotanti il rango sono le onorificenze, quali la fascia diagonale in fettuccia rosa e l’ insegna di ordine cavalleresco in lamina metallica appuntata sul petto. La spiccata capacità ritrattistica, l’uso delle miniature per il volto (in avorio?), il ricorso alle ombreggiature acquarellate per i tessuti serici ed alle laminette sbalzate per i fregi – come quelli della raffinata cornice neoclassica – avvicinano l’opera alla produzione del maggiore autore di collages siciliani, Gaetano Ognibene, che appone la sua firma sulla serie della Famiglia del principe di Belmonte (1785) , su quella dei Costumi del Regno di Napoli (1800), entrambe conservate a Palazo Abatellis, nonché sulla serie dei soldati del Regno di Napoli del Museo di S.Martino(1779 e 1780), e sull’Esercito borbonico del Museo del Risorgimento di Palermo(1799)5.

Il collage, databile tra la fine del XVIII secolo e i primissimi del XIX, testimonia dunque, nell’attività dell’Ognibene, una fase successiva a quella del virtuosistico ritratto d’interni, lasciandoci comunque, grazie alla immutata attidudine documentaristica dell’autore, una notevole testimonianza della moda  “all’inglese” in uso all’epoca, subentrata alla moda “alla francese”, che aveva prevalso per almeno due secoli presso le classi aristocratiche siciliane6.

I ricami in rosa e azzurro, posti intorno al collage a mo’ di passpartout, si devono presumibilmente a manifattura domestica più tarda.

  1. Artificio e Realtà. Collages palermitani del tardo Settecento, a cura di V.Abbate ed E.D’Amico, Palermo 1992. []
  2. T.Fittipaldi, Serigrafie, ricami, collages a Napoli dal secolo XVII al secolo XIX (nelle Collezioni del Museo Nazionale di S.Martino), in Arte Cristiana, n.9, fasc.699, vol.71, pp. 327-358. []
  3. Scheda n. 3, tav. 3, in Artificio e Realtà…, 1992. []
  4. A. Mango di Castelfidardo, Il nobiliario di Sicilia, 1912, 2, vol.I, pp. 4-6. []
  5. Cfr. Artificio e Realtà…, 1992, passim. []
  6. Cfr. E. D’Amico, Note sulla decorazione d’interni, l’arredo e la moda a Palermo nel penultimo decennio del XVIII secolo, in Artificio e Realtà…, 1992, pp. 65-70. []