Editoriale

di Maria Concetta Di Natale

Il nono numero di OADI Rivista si apre con un saggio di Serena Franzon su una tipologia di gioiello, il fermaglio con l’angelo, particolarmente diffuso in Italia nella seconda metà del XV secolo, attraverso una serie di esempi presi sia dalla pittura che dalle arti decorative. Antonella Capitanio prende spunto da una lettera di Isabella Gonzaga per un originale studio sui parati di cuoio, molto ricercati come apparati d’occasione nelle corti rinascimentali italiane. Agli inizi del XVI secolo risale invece la tavoletta da soffitto dipinta oggetto del saggio di Paola Venturelli, esemplare di una produzione seriale sviluppatasi nel Nord Italia durante il Rinascimento. Cristina Del Mare presenta uno studio su un gruppo di manufatti genovesi in corallo già parte delle collezioni di Ferdinando II d’Asburgo, Arciduca d’Austria e Conte del Tirolo, oggi al Kunsthistorisches Museum di Vienna. L’interesse dei Della Rovere, Duchi di Urbino, per gli arredi in ebano e avorio è al centro dell’interessante saggio di Benedetta Montevecchi, che ne prende in esame gli esemplari più rilevanti. Tra arte e cartografia si pone lo studio di Nirit Ben-Aryeh Debby su un ampio panorama del Seicento di Costantinopoli, disegnato dal frate francescano di origini veneziane Niccolò Guidalotto da Mondavio, oggi esposto al Tel Aviv Museum of Art. Elvira D’Amico propone la trascrizione di un documento del 1698 relativo alla commissione al ricamatore messinese Giacomo Mazzeo di un paliotto in corallo per il collegio gesuitico di S. Francesco Saverio, che riconduce all’esistenza di un avviato laboratorio di ricamo in corallo nella Messina del XVII secolo. Aria Amato, Nicola Muratore e Mauro Sebastianelli presentano uno studio sul paliotto architettonico conservato presso il Museo Diocesano di Palermo e proveniente dalla Chiesa del Santissimo Crocifisso all’Albergheria, da datare al primo quarto del Settecento, alla luce del recente restauro di cui si pubblicano i risultati. Francesca Rapposelli studia il prezioso tesoro della Cattedrale di Parma, con particolare attenzione al nucleo più cospicuo delle argenterie giunte fino a noi e risalenti al XVIII secolo. Argomento del saggio di Tiziana Crivello è la produzione in cera siciliana tra Settecento e Ottocento, in particolare quella riguardante la rappresentazione del Bambino Gesù, generalmente conservato entro teche, scarabattole o posto sotto campane. Cristina Costanzo riprende in esame la figura di Ettore De Maria Bergler, attraverso lo studio di inedite fonti d’archivio. Anna Maria Ruta pubblica quattro interessanti immagini del “Cabaret del Diavolo”, straordinario ambiente realizzato a Roma da Fortunato Depero tra il 1921 e il 1922, che forniscono all’autrice lo spunto per una riflessione sulla compenetrazione tra arti figurative e arti decorative nel XX secolo e in particolare nell’ambito del Futurismo.