Giovanni Travagliato

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Due paliotti ricamati da Giovanni Rassanelli alias Fiorentino per la Cappella del Crocifisso nella Cattedrale di Palermo

DOI: 10.7431/RIV05052012

L’odierno allestimento del Tesoro della Cattedrale di Palermo, inaugurato nel 2006 all’interno della Sacrestia vecchia dei Canonici (riconosciuta ormai quasi unanimamente, dopo i ventennali restauri condotti dalla Soprintendenza BB. CC. e AA., come la sopravvissuta –ancorché profondamente trasformata- cappella normanna di Santa Maria Maddalena), che ha sostituito ed integrato nella quantità di opere esposte il precedente, voluto dal card. Ruffini negli anni ’50 del secolo scorso, già ospitato negli ambienti più angusti della Sacrestia dei Beneficiali1, comprende anche, in un’ampia vetrina ricavata dagli armadi nella parete destra della seconda stanza –la cosiddetta Cappella o Sacrestia nuova dei Canonici-, un paliotto in tela ricamata con oro e argento filato a motivi fitomorfi aggettanti grazie all’espediente dell’imbottitura in ovatta tela e filo di canapa, con l’applicazione di perline di corallo rosso verosimilmente trapanese, che sottolineano il disegno distinguendolo ancora più nettamente dal fondo con un effetto di  horror vacui (Figg. 12).

Già riconosciuto da Maurizio Vitella come quel «palio ricamato con coralli di ricamo, e frinza»2 censito nel 1743 tra i beni mobili pertinenti alla Cappella del Santissimo Crocifisso entro la Cattedrale dal regio visitatore de Ciocchis, il manufatto barocco, caratterizzato dall’elegante motivo decorativo perfettamente speculare costituito dallo sviluppo su due fasce orizzontali di tre principali tralci acantiformi desinenti in gigli peonie fiordalisi e rose, legati al centro da un fiocco alla Sévigné, è dallo stesso studioso attribuito a manifattura siciliana –trapanese o messinese- della prima metà del XVII secolo3.

Peraltro, gli studi di Maria Concetta Di Natale hanno convincentemente messo in relazione esemplari come quello in questione o l’analogo e pressoché coevo della Cappella Palatina ventimigliana di Castelbuono -tradizionalmente ricamato nel gennaio 1521 dalla contessa Isabella come ex-voto a Sant’Anna dopo un parto difficile- (Fig. 3) con cortinaggi e baldacchini barocchi ornati con applicazioni di perline di corallo realizzati tutti nel corso (oserei dire seconda metà, a questo punto) del XVII secolo, come la fascia di collezione privata di Catania4 (Fig. 4), le «bandes de tapisserie» oggi in collezioni private di Milano e Lugano ma verosimilmente provenienti dalle dimore di Palermo o Mazzarino dei Branciforti Principi di Trabia e Butera5 (Figg. 5 e 6), o quelle già a corredo dell’alcova del Principe di Avellino Francesco Marino II Caracciolo riadattate e donate alla Santa Casa di Loreto nel 17226.

A questi dati già noti aggiungo a titolo esemplificativo l’inedita annotazione del «paramento del cappellone <della chiesa> riccamato di coralli» temporaneamente fornito alle benedettine del Monastero della Martorana per la festa del Titolare san Simone del 1680 -allestimento curato da Paolo Amato- dal protettore Marchese di Bonaccorso, Nicolò Diana e Colnago7, parente della badessa pro tempore donna Nicoletta Francesca Diana8.

Il documento che pubblichiamo di seguito non solo sposta la datazione al 1690, confermando l’attardarsi di mode e motivi decorativi che come noto contraddistingue l’arte siciliana, ma ci fornisce le generalità di Giovanni Rassanelli o Ravasselli, definito Fiorentino per la sua probabile provenienza toscana, finora sconosciuto agli studi sulle arti decorative siciliane9.

Inoltre, si associa al paliotto coi coralli un secondo analogo manufatto ricamato dal medesimo artigiano-artista, di cui non abbiamo però potuto in questa occasione verificare l’esistenza (verosimilmente, secondo de Ciocchis, l’«altro palio ricamato sopra raso»10 ), censito nel numero dei 16 palii in tessuto e marmo della Cappella –molti dei quali, come recita il documento, realizzati tra la fine del XVII e il primo decennio del XVIII secolo- in un inedito inventario del 1704 con aggiornamenti del 1708; entrambi sono così descritti: «In primis un palio di coralli riccamato di fiori d’oro perfilati di coralli sopra fondo pure riccamato d’argento alto palmi quattro e mezzo in circa, e longo palmi novi incirca con sua coverta di tela bianca (il collaterale palio si conserva nel Tesoro e li restanti in potere del sacristano). Item un altro palio riccamato d’argento et oro sopra raso di Fiorenza à color di corallo dell’istessa misura di sopra»11.

L’illuminato ruolo di committente è espressamente indicato nel documento in Don Isidoro Navarro o Navarra e Don Francesco Giglio, canonici metropolitani deputati della Cappella pro tempore, entrambi dottori in teologia e diritto.

Il primo di essi, cui il potente cardinale di Santa Sabina Francesco del Giudice, presidente e capitano generale del Regno di Sicilia nel 1701-1705, arcivescovo di Monreale dal 1704 al 1725 -anche se già nel dicembre del 1705 aveva lasciato la Sicilia alla volta di Roma-, grande inquisitore di Spagna in carica dal 171212, aveva assegnato nella sua Accademia «il discorrere […] de’ primi abitatori della Sicilia, e delle Città più celebri»13, sarà impegnato con alterne fortune in delicate questioni diplomatiche per conto del Tribunale di Monarchia sotto il regno di Vittorio Amedeo II di Savoia (1713-1720)14, ma lascio con piacere agli storici il compito di approfondire questo aspetto della sua complessa biografia.


Documento 1

1690 giugno 25, ind. XIII, Palermo

Il ricamatore Giovanni Rassanelli detto Fiorentino dichiara di aver ricevuto il saldo del denaro dovuto per la realizzazione di due paliotti per la Cappella del Santissimo Crocifisso dentro la Cattedrale da parte dei deputati della stessa Cappella.

Die vigesimoquinto iunii decimae tertiae indictionis millesimo sexcentesimo nonagesimo.

Ioannes Rassanelli alias Fiorentino mihi notario cognitus coram nobis sponte dixit et fatetur habuisse et recepisse a Reverendissimo Canonico Sanctae Theologiae et Utriusque Iuris Doctore Don Isidoro Navarro et Reverendissimi Canonici <sic> Sanctae Theologiae et Utriusque Iuris Doctore Don Francisco Giglio deputatis Venerabilis Cappellae Sanctissimi Crucifixi fundatae intus Maiorem Ecclesiam huius Urbis absentibus me notario pro eis stipulante uncias centum septuaginta tres et tarenos 15 diversi mode de contanti, videlicet: uncias septem et tarenos 23.10 in mensibus iulii et augusti duodecimae indictionis 1689 et uncias 165.7.15 in anno praesente tresdecimae indictionis 1690. Renuncians, et cetera. Et sunt dictae unciae 173.1.5 per modum ut supra habitae videlicet: unciae 92 tam pro praetio auri argenti corallorum panni sericarum fili et aliorum quam pro magisterio pro conficiendo quoddam palio corallorum noviter facto pro servitio dictae Cappellae cum fundo raccamato argenti et floribus aurei perfilatorum corallibus longitudinis palmorum novem et altitudinis palmorum quatuor cum dimidio circiter; unciae septuaginta pro praetio auri argenti panni sericarum fili et aliorum pro conficiendo quoddam alio palio noviter facto pro servitio dictae Cappellae, inclusis in dicta summa unciae 14 pro eius magisterio et regalo, quod palium est longitudinis palmorum novem et altitudinis palmorum quatuor cum dimidio circiter, ut dicitur sopra raso di Fiorenza à color di corallo raccamato d’argento; unciae 7.23.10 per modum ut supra solutae mensibus iulii et augusti duodecimae indictionis 1689 sunt, videlicet: unciae 5.7 pro praetio cannarum duarum / et palmorum quinque rasi coloris coralli ad rationem unciarum 2 singula canna pro servitio dicti palii et tareni 13.10 pro praetio tot telae similiter pro servitio dicti palii et unciae 2 ut dicitur per disegno di ditto palio; et unciae 3.7.15 sunt videlicet: unciae 1.12 pro praetio cannarum  octo telae ad rationem tarenorum 5.5 singula canna ut dicitur per havere foderato detti dui palii raccamati, cioè per l’infurra e per la coverta d’innanzi et tareni 5 al costoriero per dicta inforra et tareni 15 per attratto e mastria delli telari di detti palii, et tareni 3.10 per quattro manigli et tareni 19 per legname e mastria di ui cornici addorati per detti palii, et tareni 13.5 per spese minuti per portare detti palii, per tacci per intaccettarli, per supplimento di tela et altri per servitio di detti palii, et non aliter. Iuraverunt, et cetera. Unde, et cetera. Testes Liborius Perrotta et Nicolaus Brunus Calabrò. Ex actis mei notarii Caroli Magliocco Panhormi. Collatione salva.

(ASDPa, II stanza, Capitolo, Cappella del Santissimo Crocifisso, Cautele di cassa, n. 40, cc. 196r-197v)

Documento 2

1704 ottobre, ind. XIII, Palermo

I deputati pro tempore della Cappella del Santissimo Crocifisso dentro la Cattedrale, canonici Domenico Antonio Merelli e Paolo Pennisi, redigono l’inventario dei beni mobili, aggiornato al 1708, ind. I.

Inventario di tutte le robbe, e giogali della Venerabile Cappella del Santissimo Crocifisso fondata dentro la Maggiore Chiesa di questa Città […].

Palii. 1. In primis un palio di coralli riccamato di fiori d’oro perfilati di coralli sopra fondo pure riccamato d’argento alto palmi quattro e mezzo in circa, e longo palmi novi incirca con sua coverta di tela bianca (il collaterale palio si conserva nel Tesoro e li restanti in potere del sacristano). 2. Item un altro palio riccamato d’argento et oro sopra raso di Fiorenza à color di corallo dell’istessa misura di sopra. 3. Item altro di lama con suoi fiori e guarnattione tessuti d’oro di color cremesino usato. 4. Item altro d’asperino d’oro color murato con sua guarnatione tessuta usato. 5. Item altro di lama d’oro asciurato color verde con suoi galloni d’oro attorno. 6. Item altro tutto rose riccamato d’oro con sua guarnattione di color bianco usato (questo palio di numero 6 si sfece stante essere vecchio, e se ne ripezzò un altro, il quale si passò alla Cappella di San Michel’Arcangelo a 13 agosto 1706 e dopo suddetto fù consignato al sacristano della Nuce Don Pietro di Paula. Il collaterale palio si sfece come alla nota di sopra. Questo palio collaterale si passò alla Cappella di San Michele come sopra e fu ripezzato dal palio suddetto sfatto, e la guarnittione d’argento si diede al sacristano Don Pietro di Paula per metterlo al palio della Cappella della Concettione Santissima). 7. Item altro bianco con sua guarnattione d’argento e galloni d’oro con una piangia nel mezzo di ramo dorata con l’effigie delli Quattro Incoronati. / 8. Item altro palio riccamato d’oro et argento e tutto di fiori alla pittorisca. 9. Item altro di lama à specchio incarnato con sua guarnattione e galloni d’argento usato. 10. Item altro d’imborcato à color d’oro con sua guarnattione e galloni d’argento usato. 11. Item altro di lama d’oro à specchio nigro con sua guarnattione e galloni d’oro novo con sua coverta di tela innante. 12. Item altro di lama à specchio d’oro e guarnattione pure d’oro morato guarnito con galloni d’oro e guarnattione pure d’oro nel mezzo con sua coverta di tela. 13. Item altro di marmo, il quale è posto nell’altare del Santissimo Crocifisso. 14. Item altro palio di raso di Messina à color di muso riccamato d’argento stilarato che serve per il pulpito. 15. Item altro palio di droghetto di color torchino e bianco con sua guarnattione di filo attorno et alle colonne d’immenzo dato di elemosina nell’anno XIII inditione 1704 e 1705 (il collaterale palio passò alla Cappella del Santissimo Rosario). 16. Item un palio nuovo riccamato di fiori tutti alla pittoresca di seta sopra fondo di seta bianca con una fenice in mezzo pure riccamata fatto nell’anno XIV inditione 1705 e 1706.

A 28 agosto 1708. Nota che delli suddetti numero 16 palii ne sono in consegna del sacristano della Cappella numero 11, stante l’altri 5 si ritrovano cioè quello di numero 1 nel Tesoro, quello di numero 6 sfatto, quello di numero 7 passato alla Cappella di san Michele, quello di numero 13 è di marmo, e quello di numero 15 passato alla Cappella del Rosario […].

(ASDPa, Capitolo, Cappella del Santissimo Crocifisso, n. 713, c. 6r-v)

Referenze fotografiche

Foto di Enzo Brai

VADALÀ

  1. L. BELLANCA – G. MELI, I luoghi del Tesoro, in M.C. DI NATALE – M. VITELLA, Il Tesoro della Cattedrale di Palermo, Palermo 2010, pp. 9-37. []
  2. G.A. DE CIOCCHIS, Sacrae Regiae Visitationis per Siciliam […] acta decretaque omnia [1743], Palermo 1836, p. 119. []
  3. M. VITELLA, Paramenti sacri di committenza vescovile: analisi storico-critica di alcuni manufatti tessili della Sicilia occidentale e R. CIVILETTO – M. VITELLA, scheda tessuti n. 6, in Splendori di Sicilia. Arti decorative dal Rinascimento al Barocco, catalogo mostra (Palermo, Albergo dei Poveri, 10 dicembre 2000 – 30 aprile 2001) a cura di M.C. Di Natale, Palermo-Milano 2001, pp. 228, 548-549; M. VITELLA, I manufatti tessili della Cattedrale di Palermo, in M.C. DI NATALE – M. VITELLA, Il Tesoro…, 2010, pp. 118-119. []
  4. M.C. DI NATALE, Oro, argento e corallo tra committenza ecclesiastica e devozione laica, in Splendori di Sicilia…, 2001, pp. 45-46, fig. 39. []
  5. M.C. DI NATALE, schede nn. 129 e 172, in L’arte del corallo in Sicilia, catalogo mostra (Trapani, Museo Regionale “Pepoli”, 1 marzo-1 giugno 1986) a cura di C. Maltese e M.C. Di Natale, Palermo 1986, pp. 304-305 e 366-367. Si rimanda inoltre a M.C. DI NATALE, Tesoro di Sant’Anna nel Museo del Castello dei Ventimiglia a Castelbuono, e ai ricchissimi inventari del XVII secolo trascritti da R.F. MARGIOTTA, Appendice documentaria

    , in M.C. DI NATALE – R. VADALÀ, Il tesoro di Sant’Anna nel Museo del Castello dei Ventimiglia a Castelbuono, Palermo 2010, pp. 7-50 e 83-106, in part. pp. 21-26, 84-85, 88-101. []

  6. M.C DI NATALE, I coralli della Santa Casa di Loreto e R.F. MARGIOTTA, La ricerca d’archivio, in Sicilia Ritrovata. Arti decorative dai Musei Vaticani e dalla Santa Casa di Loreto, catalogo mostra (Monreale, Museo Diocesano, 7 giugno – 7 settembre 2012) a cura di M.C. Di Natale, G. Cornini e U. Utro, Bagheria 2012, in part. pp. 121-122, 183-184. []
  7. F. SAN MARTINO DE SPUCCHES, La storia dei feudi e dei titoli nobiliari di Sicilia dalla loro origine ai nostri giorni (1925), vol. VII, Palermo 1931, quadro 1050, p. 450. []
  8. ASPa, Corporazioni Religiose Soppresse, Monastero della Martorana, n. 807, c. 58r-v: «A 28 octobre <1680>. Per li 40 ore della Città e festività di san Simone. […] / Nota che lo paramento del cappellone riccamato di coralli, il paramento di cartolina novo per la cappella e li paramenti del parlatorio furono accommodati dal signor Marchese di Bonaccurso protettore. Ad Antonino Muscata fioraro per loero delli fiori delle colonne, recinti della chiesa, pilastri, rami d’altari, festini e capitelli et in tutti l’altri parti della chiesa, onzi 20; à mastro Cosimo per paratura e sparatura onze 12, […] a don Paolo Amato architetto per regalo onze due». []
  9. Cfr. infra, Documento 1. []
  10. G.A. DE CIOCCHIS, Sacrae Regiae Visitationis…, 1836, p. 119. []
  11. Cfr. infra, Documento 2. []
  12. G. TRAVAGLIATO, ad vocem “Giudice (del) Cellamare (di) Francesco”, in Enciclopedia della Sicilia a cura di C. Napoleone, Parma 2006, p. 455. Si veda inoltre L. SCIORTINO, Monreale: il Sacro e l’Arte. La Committenza degli Arcivescovi, Bagheria 2011, in “Quaderni Museo Diocesano di Monreale”, collana diretta da M.C. Di Natale, 1, pp. 114-117. []
  13. Cfr. G.M. CRESCIMBENI, Le vite degli arcadi illustri […], parte III, Roma 1714, p. 120. []
  14. G. MORONI, Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica […], vol. LXV, Venezia 1854, p. 262. []